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Acquistare un auto diesel conviene ancora?
Fino a poco tempo fa era scontato, la prossima auto da acquistare sarebbe stata un Diesel... ma ora le cose sono cambiate. Infatti il settore delle vendite auto è stato di recente sconvolto da alcuni scandali che probabilmente stanno mettendo in forte crisi l'era del Diesel, il motore maggiormente venduto negli ultimi 20 anni perchè considerato il più economico, specialmente sulle lunghe percorrenze. Tutto ha inizio il 18 settembre di quattro anni fa quanto lo scoppio del “DieselGate” ha portato a galla scomode verità in casa Volkswagen (e non solo): la falsificazione di documenti certificati e le emissioni truccate sui test dei motori 2.0 TDI. Oltre agli ingenti danni d'immagine riportati dalla casa tedesca ( che hanno costretto alle dimissioni l' ex amministratore delegato Martin Winterkorn) lo scandalo ha evidanziato limiti mai emersi prima sul motore Diesel incriminato e su i suoi dispositivi antinquinamento.
IL RIFORNIMENTO A GASOLIO COSTA ANCORA MENO?
La risposta è si. Proviamo a fare un esempio: percorrendo 15.000 km con la stessa vettura di fascia media 1.6 di cilindrata spendiamo: 1.200 € su auto alimentata a diesel 1.680 € su auto alimentata a benzina In pratica, calcolato sullo stesso percorso misto, il risparmio di carburante è di 480 € (sarebbe stato maggiore se avessimo basato il consumo solo sul percorso extra urbano perchè è li dove il diesel fa la vera differenza)
Il rovescio della medaglia, comprando oggi un' auto diesel per utilizzarla in città, corriamo il rischio tra un pochi mesi di non poter più circolare specialmente nei comuni dove è già stata fissata la data del DIVIETO DEFINITIVO al diesel ( ad esempio Milano, Berlino dal 2020 in poi). In sintesi, il diesel conviene a chi percorre parecchi chilometri in virtù dei minori consumi e dei prezzi alla pompa inferiori rispetto alla benzina. D’altro canto, però, i motori a benzina di nuova generazione garantiscono oggi maggiori prestazioni a parità di cilindrata, ma soprattutto minori costi di gestione ed emissioni. Inoltre, la riduzione della cilindrata dei motori turbocompressi comporta un ulteriore risparmio sui premi assicurativi, mentre il continuo inasprimento delle misure antinquinamento potrebbe presto rendere le auto diesel inadatte alla circolazione urbana. In base a tali evidenze, se avete intenzione di percorrere molti chilometri su strade extraurbane, potrebbe essere ancora conveniente acquistare un’auto diesel. In tutti gli altri casi, invece, il motore a benzina rappresenta oggi la scelta più equilibrata. Se il vostro dubbio è tra diesel e benzina, allora potete leggere il nostro approfondimento dedicato “Diesel o benzina? La domanda del secolo!”
I PRIMI DIVIETI IN EUROPA
Oggi su tutti i notiziari automibilistici il dibattito sul motore a diesel è molto accesso e si divide: da una parte le autorità politiche europee vorrebbero abolirlo perchè non considerato in linea con le recenti normative antinquinamento, dall'altra alcune case automobilistiche lo promuovono perchè convinte che il futuro delle automobili rimarrà legato al gasolio ritenendolo ancora di importanza rilevante in fatto di consumi di carburante. Milano, Parigi, Atene, Oslo, Madrid e Citta del Messico sono solo alcune delle capitali che hanno già espresso, ufficialmente, la volontà d’introdurre il divieto di circolazione per le auto a gasolio entro il 2020. Anche in Germania, inoltre, è attualmente in discussione una proposta simile che potrebbe addirittura portare al blocco del diesel sull’intero territorio nazionale. Di conseguenza, se stiamo programmando l’acquisto di un’auto a gasolio, dovremmo considerare non soltanto i consumi, i percorsi o i costi di manutenzione, ma anche la convenienza di un investimento dal futuro incerto. D’altro canto, il diesel rimane di gran lunga il sistema di alimentazione più efficiente sul mercato, considerando i limiti e i prezzi ancora esorbitanti delle auto elettriche. Quali sono, quindi, i motivi per cui preferire (o meno) gli altri carburanti?
IL DIESEL E’ MORTO? COSA ASPETTARSI NEL PROSSIMO FUTURO?
Il recente scandalo diesel gate che ha coinvolto alcune azienda leader del settore e la crescente coscienza dei problemi legati all’inquinamento dovuto alle emissioni sta portando il diesel verso la fine del suo utilizzo come carburante per autoveicoli. Gli stessi produttori si sono dovuti arrendere all’evidenza: Volvo ha dichiarato che oltre il 2021 non ci saranno più sviluppi sui loro motori diesel e anche FCA non equipaggerà più le sue auto con motori diesel a partire dal 2022. In Germania, oltre a favolosi incentivi per l’acquisto di un veicolo Euro 6, sarà a breve possibile per ogni comune accettare o meno il passaggio di veicoli alimentati a diesel: una persona potrebbe quindi circolare nel suo comune di residenza ma non poter andare a lavorare in auto in un altro comune con restrizioni. Alla graduale e vicina scomparsa dei motori diesel dovrebbero accaparrarsi una fetta importante del mercato i veicoli a doppia alimentazione ( benzina / gpl e benzina metano ), i veicoli ibridi ed elettrici; andrà a scendere, anche se in maniera meno traumatica, la diffusione dei veicoli con motore a benzina puro
POSSESSORI DI VETTURE D'EPOCA? UNA SPERANZA C'E'
Grazie ad un decreto entrato in vigore nel 2015, sarà possibile legalmente trasformare un vecchio veicolo con motore classico in un efficiente e rispettoso per l’ambiente veicolo elettrico. Basterà infatti acquistare un apposito kit retrofit per evitare re-immatricolazioni, omologazioni e svilenti pratiche burocratiche. Il kit omologato sarà composto da un motore elettrico con convertitore di potenza, batterie apposite e interfaccia per ricaricare il veicolo: la trasformazione sarà molto simile all’installazione di un impianto gpl post produzione e sarà sempre il meccanico ad occuparsi delle pratiche per aggiornare la carta di circolazione del mezzo. Dal punto di vista tecnico, è prevista la rimozione di alcune parti del veicolo: motore, serbatoio, scarichi e componenti di raffreddamento, che vengono sostituiti dal motore elettrico e dal pacco di batterie. Successivamente tocca alla parte elettronica e alla trasmissione. I costi dell’ intera operazione si aggira intorno ai 10.000 euro, un investimento importante da considerare a medio lungo termine; se comparata con un restauro totale , carburante o semplicemente costi di rottamazione, esistono concrete possibilità di ritorno economico. Basti pensare alla possibilità di rivendere i componenti sostituiti, al costo irrisorio del pieno di un’auto elettrica, alla longevità del motore elettrico stesso, oltre alla possibilità di libera circolazione in barba a divieti o zone a traffico limitato.